Se sei entrato in questa pagina e stai guardando questo articolo, sicuramente ti sarai accorto che ci sono state moltissime evoluzioni sociali e tecnologiche che stanno scuotendo il mondo del lavoro.
Ma quali sono, nello specifico, questi cambiamenti e come stanno influenzando il mondo del lavoro al giorno d’oggi? Come lo influenzeranno nei prossimi 5/10 anni?
Vediamolo insieme!
[x_custom_headline type=”left” level=”h3″ looks_like=”h5″]Longevità e aspettativa di vita[/x_custom_headline]
Nel sito ourworldindata.org è possibile trovare moltissime informazioni riguardanti la crescita dell’aspettativa di vita nel corso degli anni. Dall’analisi che è stata effettuata, l’aspettativa di vita di una persona adulta, in Italia, era di 77.3 anni. Nel 2013 una persona vive in media 82.7 anni di vita.
C’è stato un aumento della durata media di vita di 5,4 anni in una decade. È positivo? Sì e no.
Questi numeri sono impressionanti e, in un certo senso, allarmanti: Una vita migliore e più longeva si traduce in una società dove le persone lavorano per molti più anni senza il classico ricambio generazionale nell’ambito lavorativo. Questa tendenza sociale è in crescita, ed è una della cause della maggiore competitività odierna, specialmente in ambiti professionali dove l’esperienza lavorativa fa la differenza.
[x_custom_headline type=”left” level=”h3″ looks_like=”h5″]Delle macchine sempre più intelligenti [/x_custom_headline]
Chiaramente non stiamo parlando di intelligenza artificiale capace di rimpiazzare l’essere umano in tutto e per tutto, ma stiamo parlando di macchine che sono capaci di occuparsi di mansioni ripetitive e poco stimolanti per l’uomo.
I lavori ripetitivi scompariranno del tutto, eseguiti autonomamente da software indipendenti, ma le macchine ci ruberanno il lavoro? Assolutamente no.
In effetti è il contrario: le automazioni ci permetteranno di occuparci di situazioni più complesse, e ci obbligheranno di più a pensare e a “vivere” il nostro lavoro con tutto il nostro cervello. Bisogna capire che molti posti di lavoro non esisteranno più, mentre si creeranno dei posti più avanzati, dove le persone dovranno controllare e verificare l’operato delle varie macchine.
[x_custom_headline type=”left” level=”h3″ looks_like=”h5″]Sistemi di dati sempre più completi [/x_custom_headline]
Con il passare degli anni tutti gli strumenti che utilizziamo per raccogliere ed analizzare i dati, diventano sempre più sofisticati e precisi. Che significa?
Dati più complessi ci apriranno gli occhi su un mondo di statistiche più accurate e analisi più approfondite.
Sarà possibile comprendere situazioni complesse che prima sfuggivano agli occhi degli analisti, aprendo moltissimi posti di lavoro per analisti e tecnici specializzati, che dovranno tenersi al passo con la tecnologia.
[x_custom_headline type=”left” level=”h3″ looks_like=”h5″]Evoluzione della comunicazione non verbale [/x_custom_headline]
Un’immagine vale più di mille parole – questo è il motto della comunicazione moderna. Ma perché si cerca, al giorno d’oggi, di scalciare la parola scritta a favore di una forma più visuale? La risposta è semplice.
L’immagine è internazionale e interclassista, mentre la parola no.
Quando si pensa ad un logo, ad una marca oppure ad una pubblicità, il pubblicitario oppure il marketer, vuole che il suo valore sia universale, compreso ed apprezzato dal maggior numero di persone possibile.
Questo è ancora più vero con internet ed i social media. Un esempio irriverente ed interessante (che ci infastidisce ammettere) sono le emoji o, come sono più comunemente chiamate, le faccine.
Per esempio:
Se qualcuno scrive “Come stai?” attraverso l’instant messagging (se non sai di che sto parlando, dai un’occhiata a questo nostro articolo), l’aggiunta di emoji (un indizio visuale) permetterà di dare più profondità alla risposta.
Tra
“Sto molto bene, grazie.”
oppure
“Sto molto bene, grazie :)”
Quale dei due ti fa capire meglio lo stato d’animo della persona che ha risposto?
Questa necessità di visualizzazione apre un mondo di possibilità ai creativi, che trovano uno spazio nel mondo del lavoro che è competitivo ma non rimpiazzabile.
Il mondo dei designer e degli artisti web cresce ogni giorno. Questo vale anche per gli sviluppatori di filmati e di chiunque si occupi del mondo dell’intrattenimento e dell’immagine.
[x_custom_headline type=”left” level=”h3″ looks_like=”h5″]Iper-organizzazione [/x_custom_headline]
Al giorno d’oggi chiunque vuole organizzare il proprio tempo: esistono molti strumenti che permettono di ottimizzare e analizzare i flussi di lavoro.
Ma da dove nasce questa necessità? Il tempo è denaro, ma non solo! Riuscire ad ottimizzare ed organizzare il proprio tempo, significa dedicare più spazio alle cose che vogliamo veramente fare.
In questo articolo abbiamo elencato 5 dei migliori software gratuiti per ottimizzare il proprio tempo , non perdere tempo e dagli un’occhiata!
Questo si riproduce anche nel mondo del lavoro: software che permettono di controllare su larga scala moltissimi processi creeranno delle figure di responsabilità, all’interno delle aziende, che dovranno accertarsi che i processi siano in ordine attraverso controlli di qualità e analisi giornaliere.
[x_custom_headline type=”left” level=”h3″ looks_like=”h5″]Un mondo interconnesso[/x_custom_headline]
Si potrebbe fare un centinaio di articoli solo sull’interconnessione e la globalizzazione. Che la si ami oppure la si odi, bisogna ammettere una cosa: il mondo del lavoro dall’esistenza di internet e con la sua evoluzione, è diventato estremamente competitivo.
Gli Stati Uniti e l’Europa non hanno più il monopolio sui lavori creativi o l’innovazione, e semplicemente non sono più il solo potere socio-economico predominante.
All’inizio si competeva con i propri concittadini, adesso con tutti i cittadini del mondo.
È una cosa negativa? Dipende da come si vive questa interconnessione.
Un mercato del lavoro aperto significa potersi spostare, o spostare i propri servizi, in tutto il mondo.
Vuole dire semplicemente che, se il servizio e il canale di distribuzione sono buoni, non si avrà niente da temere.
Ma tornando a noi, come facciamo a sopravvivere a questi cambiamenti? Migliorando e affinando le nostre competenze.
In questo articolo parleremo di 5 delle più importanti Soft Skills.
Le Soft Skill sono competenze trasversali a tutti i lavori che già sono importanti oggi e lo continueranno ad essere nei lavori del futuro.
Perché non fare una lista di competenze tecniche da imparare? Perché non tutti vogliamo fare lo stesso lavoro, ma tutti vogliamo lavorare al meglio.
Le competenze elencate non solo ti aiuteranno a migliorare le tue capacità professionali e personali, ma ti aiuteranno anche a trovare lavoro con più facilità: Le soft skill aiutano anche a fare una perfetta prima impressione, e tutti noi sappiamo quanto le prime impressioni sono importanti (e se non ne hai mai sentito parlare, dai un’occhiata a questo articolo.)
Ecco la lista delle 5 competenze da sviluppare per essere competitivi nel futuro mondo del lavoro (e come ottenerle)
[x_custom_headline type=”left” level=”h2″ looks_like=”h4″]1# Creatività [/x_custom_headline]
La creatività, cioè la capacità cognitiva della mente di creare e inventare, ha un ruolo chiave nei lavori del futuro.
La creatività continuerà ad essere insostituibile ed è la base di altre competenze necessarie nel mondo del lavoro, come il problem solving.
Oltre all’evidente uso della creatività del mondo degli artisti, dei designer e del mondo dell’intrattenimento, la creatività serve in tutti i lavori per espandere le attività o migliorare dei processi preesistenti.
Essere creativi, inoltre, fa bene anche alla salute.
Uno studio del 2006 della George Washington University effettuato su 300 persone anziane ha dimostrato che, partecipando ad attività legate all’arte e alla scrittura creativa, si ottiene un rallentamento del processo di invecchiamento, con una diminuzione visibile di visite mediche ed un miglioramento della salute mentale dei soggetti analizzati.
Ma creativi si nasce? Certo che no!
La creatività è un “muscolo” concettuale che deve essere allenato giornalmente con dei piccoli esercizi d’immaginazione. Quali sono questi esercizi?
Quando fai una scelta, evita la soluzione più razionale o diretta, e stila una lista mentale di 5 o 10 potenziali soluzioni anche quando sono stupide, assurde o poco pratiche.
Non demoralizzarti quando le idee sono sciocche: lo scopo è proprio quello di essere prolifici, invitando anche idee stupide e noiose e soprattutto accettando il fallimento e le proprie limitazioni.
Lo scrittore Shelley Berc ci consiglia di pensare di meno.
La logica è importante – rettifica Shelly – ma se arriva troppo presto rovina il processo creativo.
Secondo Jung i creativi riescono a spegnere la parte logica del cervello (un po’ come fanno i bambini), dando alla propria mente la possibilità di riconnettere i concetti e i propri pensieri in maniera inaspettata.
Scarabocchia ad occhi chiusi, oppure fissa un oggetto e creaci attorno una storia.
Il consiglio è semplice: torna un po’ bambino.
[x_custom_headline type=”left” level=”h2″ looks_like=”h4″]2# Empatia [/x_custom_headline]
L’empatia è la capacità di porsi in maniera immediata nello stato d’animo o nella situazione di un’altra persona, con nessuna o scarsa partecipazione emotiva. In poche parole, è come mettersi nei panni dell’interlocutore, comprendendo il punto di vista soggettivo senza aver nessun rapporto con la sua visione del mondo.
L’empatia è la chiave di volta che permette di creare legami professionali rapidi ma profondi e diventare dei buoni leader
È evidente l’importanza dell’empatia nella vita privata, ma come si può essere più empatici?
Poniti più domande sul tuo interlocutore: quali sono i suoi bisogni, i suoi interessi e i suoi desideri? Come si sente in questo momento, e perché?
Nonostante l’umore possa cambiare durante una giornata, è importante conoscere quali sono le colonne emotive di una persona, qual è l’andamento “generale” del suo stato d’animo.
Fatti domande semplici ma profonde sul tuo interlocutore: quali sono i suoi bisogni? Quali sono i suoi interessi? In che stato si trova? Come si sente?
Interessarsi allo stato di benessere dell’interlocutore e comprendere cosa rende l’altro infelice, permette di accedere ad informazioni utili per connettere grazie all’uso dell’empatia.
Comprendere (senza giudicare) la scala di valori del prossimo.
Bisogna accettare che non tutti la pensino come noi. Mettersi nei panni degli altri, comprendere come le esperienze pregresse abbiano influenzato i sentimenti e i valori acquisiti, è una condizione necessaria di una persona empatica.
Ricordatevi, però, di non giudicare.
Questo non vuol dire accettare la prospettiva dell’altro oppure i suoi valori, vuol dire sospendere i giudizi quando ci si connette con il proprio interlocutore.
[x_custom_headline type=”left” level=”h2″ looks_like=”h4″]3# Teamwork (o essere capaci di lavorare in gruppo) [/x_custom_headline]
Amo il detto “chi fa da se, fa per tre”, perché quando si lavoro da soli si è sicuri delle proprie capacità e si può prevedere fin da subito se si è in grado di compiere un lavoro e in quanto tempo.
Molte volte, però, dei progetti ci obbligano a compiere dei lavori in gruppo.
Saper lavorare in gruppo è una competenza che si apprende con il tempo, ed è necessaria quando si vuole completare un progetto ambizioso.
Avere più responsabilità ti obbliga a trattare con altre persone, con i loro ritmi di lavoro e con le loro limitazioni, ma anche con le loro capacità nel risolvere problemi per i quali tu non riesci a trovare una soluzione.
Quali sono i passaggi da seguire per essere un migliore compagno di squadra?
Comunica chiaramente con i tuoi colleghi, il tuo capo e i tuoi subordinati.
Bisogna essere chiari e diretti, ma bisogna evitare di essere rudi. Visto che moltissime persone hanno paura di ferire il proprio interlocutore, evitano di dare dei feedback diretti con una conseguente perdita di tempo e di contenuto.
Per ovviare a questo problema è necessario solo essere più empatici (se hai saltato quella parte, puoi tornare indietro in questo articolo e leggere qualche consiglio pratico per diventare più empatico)
Ascolta e analizza le informazioni ricevute dai colleghi e richiedi spesso feedback
Ricevere feedback è sempre stressante: chiunque può sbagliare o andare fuori rotta, ed è difficile accettarlo quando si viene colti in flagrante.
Per questo bisogna lavorare su se stessi e accettare qualsiasi opinione su di noi senza sentirsi personalmente giudicati: una volta ricevuta una critica, è necessario analizzarla e, qualora la si ritenesse vera, cambiare il proprio modus operandi lavorativo.
Rispetta il tuo gruppo
Nelle prime fasi di un progetto, definire i ruoli e rispettarli è fondamentale. Questi ruoli vengono, infatti, scelti in base alle competenze di ciascuno, e non oltrepassare le proprie mansioni è una regola base del rispetto in un gruppo di lavoro.
Ricordati che, se hai visto qualche anomalia o vuoi dare feedback ad un tuo collega, puoi sempre farlo con un feedback costruttivo.
Le tre regole d’oro per concludere con successo un progetto sono le seguenti: Domanda, Domanda, Domanda
Non ti ricordi un dato importante? Domanda. Hai bisogno di più informazioni? Domanda. Non sei sicuro di aver seguito un processo correttamente? Domanda. Una buona comunicazione e continui aggiornamenti ti permetteranno sempre di minimizzare i rischi e definire le priorità.
[x_custom_headline type=”left” level=”h2″ looks_like=”h4″]4# Planning (pianificare ed organizzare) [/x_custom_headline]
Le aziende hanno bisogno di avere sempre nuovi piani d’azione per essere sicuri di competere, essere innovative, aumentare la produttività, utilizzare le risorse a disposizione senza sprechi, aumentare la performance degli impiegati e molto altro ancora. Ma anche un piccolo consiglio per te:
Gli uomini sono come le imprese: hanno bisogno di pianificare per ottenere ottimi risultati.
Ci sono molte maniere per organizzare il proprio tempo ed ottimizzarlo in maniera efficiente.
Prima di tutto, se non hai visto il nostro articolo sui 5 strumenti gratuiti per ottimizzare il tuo tempo, metti in pausa questo articolo ed informati qui.
Adesso che sei pronto ad ottimizzare il tuo tempo, vediamo quali sono le caratteristiche di un buon planner.
Stabilire un piano semplice e diretto
“Roma non è stata costruita in un giorno”. Alla stessa maniera molti progetti potranno prolungarsi per giorni, settimane, mesi o addirittura anni. Il segreto è avere una prospettiva generale cristallina sul percorso, in modo da poter iniziare fin da subito nella giusta rotta.
Per preparare qualsiasi piano bisogna quindi poter rispondere a queste domande:
Chi deve fare Che Cosa?
Qual è il risultato che si vuole ottenere?
In quanto tempo sarà terminato?
Non creare piani troppo complessi e difficili da seguire e non aspettarti sempre il migliore risultato.
Portare a termine un progetto è difficile, ed i risultati potranno variare da situazione a situazione.
Stabilire un sistema di controllo delle performance e dei progressi
Pianificare è anche analizzare e cambiare rotta quando necessario e, per migliorare le performance, sarà necessario monitorare i progressi.
Per monitorare i progressi possono essere utilizzati grafici, report e meeting
I vari guru del Time Management hanno stimato che per ogni unità di tempo spesa a pianificare, 4 o più unità di tempo vengono risparmiate nel progetto vero e proprio: questo significa che più tempo passi a pianificare, meno tempo spenderai una volta iniziato il tuo progetto.
[x_custom_headline type=”left” level=”h2″ looks_like=”h4″]5# Problem Solving [/x_custom_headline]
La capacità di risolvere i problemi efficacemente è una di quelle competenze che serviranno sempre nella vita ed è sicuramente una di quelle che si possono apprendere con più facilità.
I vantaggi del Problem Solving sono evidenti sia dal punto di vista lavorativo che da quello personale, visto che ci scontriamo continuamente con diversi problemi giornalmente.
Ogni problema ha tre soluzioni: la mia soluzione, la tua soluzione e la soluzione giusta. – Platone
[Tweet “Ogni problema ha tre soluzioni: la mia soluzione, la tua soluzione e la soluzione giusta. – Platone”]
Questa citazione ti fa pensare, vero?
Risolvere un problema sembra essere una soluzione oggettiva, ma non lo è: la soluzione migliore è frutto di analisi ed è un processo non-stop che bisogna questionare continuamente.
Per questo non esiste una soluzione definitiva (chiunque sia la persona che l’abbia trovata), ma la soluzione migliore per una determinata situazione.
Quali sono i passi da seguire per risolvere un problema?
Identifica correttamente il problema
Identificare correttamente il problema è una delle parti più difficili e quella che dovrebbe occupare la maggior parte del tuo tempo.
È più difficile di quanto pensi, ed è semplice sottostimare un problema, o le sue cause, senza un’analisi approfondita.
Se avessi solamente un’ora per salvare il mondo – disse Einstein – passerei 55 minuti a definire bene il problema e 5 a trovare la soluzione.
[Tweet “Se avessi solamente un’ora per salvare il mondo passerei 55 minuti a definire bene il problema e 5 a trovare la soluzione. – Einstein”]
Identificare un problema significa capire quale siano le vere ragioni dietro al problema.
La soluzione è semplice: fatti le domande corrette (perché succede? Quando succede? Come succede? Chi o che cosa ne è responsabile?) e scarta le informazioni inutili dopo un’attenta analisi.
Trova delle soluzioni
Qui la creatività fa da padrone. Per trovare una soluzione al problema sarà necessario prendere del tempo e verificare tutte le possibilità disponibili.
Posso risolvere il problema alla radice?
Se non è possibile, come posso arginarne le conseguenze?
Queste sono solo alcune delle domande logiche da porsi una volta aver prodotto un’idea.
Valuta le soluzioni trovate.
Una volta che si hanno scelto le proprie idee, e scartate quelle che sono evidentemente non fattibili, è possibile analizzare le idee sulla base del loro impatto sul problema e sul risultato finale.
Bisogna, inoltre, tenere in conto che alcune idee sono più complesse di altre, e che quindi richiedono più sforzo.
Il costo della soluzione è minore della perdita causata dal problema?
Se stai provando a risparmiare 10.000 euro sul budget e trovi una maniera di risparmiarne solo 100, l’impatto è minore del previsto, mentre trovare una soluzione che ti permette di salvare 1.000 euro ma la cui applicazione è estremamente complessa, potrebbe non valerne la pena in termini di tempo o di sforzo a questa applicato.
Cerca sempre una soluzione con il miglior rapporto Effetto/Sforzo.
Eseguire
Avere idee senza metterle in pratica è inutile. Una volta trovata la soluzione, sarà quindi necessario preparare un piano che permetta di rendere reale la soluzione appena trovata.
Come abbiamo visto precedentemente sarà necessario pianificare un progetto che dovrà essere portato a termine il più rapidamente possibile.
Se non hai letto la parte riguardante la pianificazione, torna indietro e dagli un’occhiata, ti aiuterà a definire la migliore maniera di attuare qualsiasi soluzione o progetto.
Esamina nuovamente
Una volta che la soluzione è stata implementata, sarà necessario determinare se la soluzione sia stata quella più corretta, vedendo l’impatto reale sul problema.
Qualora sia sbagliata, bisogna seguire un passo importantissimo: ammettere di aver sbagliato.
Non si fallisce. Si stanno solamente provando 10.000 metodi che non hanno funzionato-
Ammettere che la soluzione non apporta il risultato sperato è duro, ma aiuta a crescere personalmente ed è una possibilità per migliorare i rapporti con ti è attorno: solo i leader e le persone sicure di sé hanno il coraggio di ammettere di aver sbagliato e quando questo succede, è importante essere costruttivi e trovare subito una nuova possibile soluzione senza gettare la spugna.
Se ti è piaciuto l’articolo aiutaci a crescere condividendolo con i tuoi colleghi o i tuoi amici.
Pensi che queste competenze non siano le più importanti nel futuro mondo del lavoro?
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