Come aumentare la produttività in azienda con il benessere organizzativo.
Un’azienda sana è un’azienda competitiva. Ma non solo. Diventa una seconda casa per i dipendenti che la sentono come propria. E ti dico di più: una realtà imprenditoriale felice, composta da persone entusiaste di alzarsi ogni mattina e sedersi alla propria scrivania, è capace di resistere ai cambiamenti dell’ambiente esterno e di adattarsi. Incrementando anche la produttività.
Ma per raggiungere questo modello deve svilupparsi benessere organizzativo. Secondo un sondaggio svolto dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha), 6 individui su 10 pensano che lo stress da lavoro sia causato da relazioni conflittuali in ufficio o in fabbrica. Senza dimenticare le riorganizzazioni aziendali e precarietà.
È indispensabile, quindi, applicare un sistema che tuteli i propri collaboratori. Ma cominciamo dall’inizio.
[x_custom_headline type=”left” level=”h2″ looks_like=”h4″]Che cosa è il benessere organizzativo?[/x_custom_headline]
Benessere organizzativo e produttività sono due elementi che dipendono l’uno dall’altro. Su questi pilastri si basa il successo di un’azienda degna di questo nome. Ma aspetta.
Tu sai cosa vuol dire benessere organizzativo? È un costrutto della psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Indica la qualità della relazione tra dipendenti e contesto lavorativo. Ed è frutto della combinazione di diversi fattori individuali, organizzativi e strutturali.
Detto in altre parole, il benessere organizzativo è l’abilità dell’azienda di mantenere ai massimi livelli la salute fisica, psicologica e sociale dei lavoratori.
L’obiettivo è quello di creare un buon clima nei diversi reparti. La percezione che gli individui hanno della propria vita aziendale determina la qualità delle performance e contribuisce ad aumentare la produttività.
Un buon clima organizzativo, infatti, favorisce la concentrazione sui compiti da svolgere e sulle relazioni personali anche fuori del posto di lavoro. L’impresa, però, deve dare sicurezza, bisogno di riconoscimento, formazione, informazione e equità.
Insomma, al primo posto deve esserci la persona intesa come valore, come risorsa di cui avere cura.
D’altro canto, le parole di Monia Boccioli -esperta in Gestione delle Risorse Umane e fondatrice di Class- non lasciano spazio a dubbi: «I dipendenti e i collaboratori sono la risorsa più importante dell’azienda, da loro dipende il successo e lo sviluppo dell’impresa di cui sono parte»
Cosa succede se manca il benessere organizzativo? Puoi immaginarlo: la produzione si abbassa, aumentano i conflitti interni e la tensione con i vertici dell’azienda. Senza contare i rischi psicosomatici a cui vanno incontro i singoli individui. Come stress o attacchi di ansia.
Per approfondire: atteggiamento vincente nel mondo del lavoro, cosa fare e cosa no
[x_custom_headline type=”left” level=”h2″ looks_like=”h4″]Come si costruisce il benessere organizzativo?[/x_custom_headline]
La risposta a questa domanda la trovi tra le righe del paragrafo precedente. Ci sono alcuni indicatori che possono favorire il benessere organizzativo e una buona produttività aziendale. Vediamoli:
Condivisione degli obiettivi: ogni singolo dipendente, pur svolgendo una mansione specifica, deve sentirsi parte integrante della realtà imprenditoriale, condividendone gli obiettivi e la sua finalità ultima.
Per raggiungere questo scopo bisogna interiorizzare i valori dell’azienda, farli propri. Solo credendo fermamente in un obiettivo potrai raggiungerlo.
In questa fase è molto importante il riconoscimento di risultati da parte della leadership. La condivisione degli obiettivi alimenta una produttività costante.
Partecipazione: cosa voglio intendere con questo termine? L’abbattimento dei muri tra dipendente e imprenditore. Secondo il modello partecipativo, tutti dovrebbero correre nella stessa direzione per aumentare la produttività aziendale.
Gli stessi dipendenti devono incoraggiare i colleghi meno produttivi e inclini a fare squadra. Come? Attraverso la partecipazione, il successo della tua organizzazione è anche il tuo successo.
Motivazione del personale: è un fattore decisivo per potare a termine gli obiettivi. Ma in che cosa consiste? La motivazione è la forza che sprona gli individui a impegnarsi per concludere una determinata attività o progetto. Nel mondo del lavoro la motivazione è influenzata da diverse situazioni: dal ruolo ricoperto in azienda fino alla generazione d’appartenenza.
Coinvolgimento: ovvero il riconoscimento dell’altro attraverso l’ascolto e la considerazione. Questa caratteristica consente alle persone di sentirsi parte dell’organizzazione. In questo modo l’imprenditore ha collaboratori orientati a soddisfare il bisogno aziendale e a raggiungere i risultati.
Soddisfazione lavorativa: è la risposta affettiva del dipendente nei confronti del proprio lavoro. Responso che nasce dal confronto positivo tra gli esiti e i benefici prodotti dal lavoro e quelli che erano desiderati. Questo fattore è alla base della decisione di lasciare o restare nell’azienda.
Senso di appartenenza: per sviluppare questo indicatore il lavoratore deve sentirsi parte di del gruppo, parte della comunità aziendale.
Il collaboratore deve avere la sensazione di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Sta alla direzione creare dei collegamenti fertili con il team, offrendo strumenti idonei.
Sviluppare relazioni di fiducia: La fiducia è alla base di ogni rapporto umano e lavorativo. Nelle organizzazioni la fiducia deve attraversare in modo orizzontale o verticale ogni sezione. Dall’alto al basso e viceversa. Per assottigliare i conflitti impara a fidarti dei tuoi colleghi e del tuo capo, innescando un circolo virtuoso.
Acquisizione delle informazioni: in un’azienda la comunicazione corretta è al primo posto per far funzionare bene la macchina organizzativa. Le informazioni che riguardano l’azienda e specifici compiti devono essere chiare e circolare con rapidità attraverso i giusti strumenti.
Equità/meritocrazia: uno dei punti che rende le aziende italiane meno competitive è la mancanza di meritocrazia ed equità. Un ambiente meritocratico si realizza con processi di valutazione strutturati che danno modo all’azienda di identificare le figure più meritevoli a ricoprire le posizioni di comando.
Sviluppo delle emozioni: ogni dipendente, nel rispetto reciproco del prossimo, deve sentirsi libero di esternare le proprie emozioni, soddisfazioni o anche piccoli insuccessi. L’importante, in queste situazioni, è percepire sostegno dei colleghi.
Ancora una cosa: il benessere organizzativo si misura attraverso diversi strumenti tra cui l’intervista e questionari anonimi.
[x_custom_headline type=”left” level=”h2″ looks_like=”h4″]Benessere organizzativo: la tua opinione[/x_custom_headline]
In questo articolo ho provato a chiarirti solo alcuni aspetti del benessere organizzativo legato alla produttività aziendale. Un concetto ancora poco conosciuto e applicato nelle piccole e medie organizzazioni – che passa anche per una buona dose di incentivi economici e riconoscimenti.
Ora ti lascio la parola. Pensi che il benessere in generale venga tutelato sul posto di lavoro oppure incentivato da specifici corsi di formazione? Le esigenze dei lavoratori vengono ascoltate secondo te? Lascia la tua opinione nei commenti e parliamone insieme.